Riassunto gerarchico delle nozioni del corso 2003-2004 di
Economia del Prof. F. Asquer - Università degli Studi di Cagliari,
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali, Dipartimento di
Matematica ed Informatica, Corso di Laurea in Informatica
- azienda
- strumento principale attraverso il quale l'uomo svolge un'attività economica, ossia realizza comportamenti diretti a cercare di soddisfare i propri bisogni facendo ricorso a risorse che, per loro natura, non sono sufficienti.
- caratteristiche dell'impresa
- 1. è una organizzazione
- insieme di uomini e mezzi coordinati in vista del raggiungimento di un obiettivo comune
- 2. in un'impresa si attuano meccanismi di produzione
- successioni di azioni dirette alla trasformazione dei caratteri fisico chimici e/o spazio temporali di un bene per accrescerne l'utilità, ossia l'attitudine a soddisfare i bisogni umani
- 3. in un'impresa si attuano meccanismi di scambio
- acquisizione dall'esterno di risorse (beni), da trasformare attraverso meccanismi di produzione diretti ad accrescerne l'utilità, e la cessione all'esterno di ciò che è stato trasformato
- 4. l'impresa ha come fine ultimo il perseguimento di un reddito
- produzione di ricchezza: i meccanismi di produzione e i meccanismi di scambio sono finalizzati a realizzare una differenza positiva tra il ricavo ottenuto dallo scambio dei beni prodotti e il costo delle risorse impiegate nella produzione
- 1. è una organizzazione
- amministrazione economica
- è il complesso delle attività svolte in un'azienda.
- impostazione teorica tradizionale
- scompone l'amministrazione economica in 3 momenti diversi:
- organizzazione
- in questo momento ci si riferisce alla riunione e predisposizione delle condizioni e di tutti i fattori della produzione necessari perché l'azienda possa avere vita, crescere, svilupparsi
- gestione
- in questo momento ci si riferisce al sistema delle operazioni economicamente significative che trovano attuazione nell'ambito aziendale
- esistono due dimensioni della gestione:
- soggettiva
- coincide con il sistema delle decisioni che determinano le azioni ed i comportamenti (dimensione oggettiva)
- oggettiva
- coincide con le azioni economicamente significative che vengono poste in essere all'interno di un'impresa
- sono sempre precedute da una fase soggettiva (decisionale)
- soggettiva
- informazione
- in questo momento ci si riferisce all'attività di conseguimento della conoscenza sul modo d'essere dell'azienda e sull'ambiente organizzativo nel quale questa si trova ad operare
- tale conoscenza è necessaria a far assumere decisioni guidate dal criterio della razionalità economica a coloro che hanno i poteri decisionali (proprietari, manager, ecc.), sia all'interno dell'azienda, sia all'esterno di questa.
- organizzazione
- scompone l'amministrazione economica in 3 momenti diversi:
- ciclo vitale aziendale
- 1. costituzione dell'azienda
- 2. funzionamento per un certo periodo temporale (anni)
- 3. cessazione
- unitarietà della gestione nello spazio e nel tempo
- la gestione di azienda si compone di flussi di operazioni inscindibilmente legate tra di loro nello spazio e nel tempo
- gestione oggettiva
- gestione totale
- insieme di tutti gli atti gestionali compiuti durante l'intero ciclo di vita di un'azienda
- è una successione continua di operazioni, ognuna delle quali ha un suo precedente logico nelle operazioni che la precedono da un punto di vista temporale, e ognuna delle quali ha una sua conseguenza logica in quelle che temporalmente la seguono
- gestione parziale
- insieme delle operazioni svolte all'interno di ognuno dei diversi periodi amministrativi (esercizi)
- è un'operazione artificiosa, giustificata fondamentalmente da motivazioni conoscitive ed operative, che non ha però riscontro nella natura delle azioni compiute (non da una rappresentazione corretta della vita di un'impresa)
- esercizi
- periodi corrispondenti a determinati periodi amministrativi (in genere un anno solare)
- spesso si fanno coincidere con i cicli del processo produttivo svolto all'interno dell'impresa considerata
- quando si fa coincidere il ciclo produttivo con l'esercizio, si sta compiendo una semplificazione poiché, in realtà, non è detto che il ciclo di produzione di una macchina duri un intero esercizio
- possono essere ulteriormente divisi per motivi interni, tipico delle società quotate in borsa che danno dei rendiconti trimestrali
- gestione esterna
- insieme dei meccanismi di scambio
- gli atti di scambio comportano il passaggio di beni economici attraverso i confini del sistema aziendale: si acquistano dall'esterno le materie prime necessarie per realizzare un manufatto, si cedono all'esterno i prodotti realizzati
- comprende: finanziamento, impiego e vendita (vedi gestione unitaria)
- la misura della dinamica è espressa dal valore monetario degli scambi che sono effettuati con l'esterno
- gestione interna (operazioni di trasformazione o produzione)
- gli atti di produzione si svolgono all'interno dei confini aziendali, e consistono nella combinazione dei diversi fattori produttivi diretti alla realizzazione di beni economici dotati di una utilità maggiore dell'utilità dei fattori della produzione utilizzati
- non si ha nessun contatto con l'ambiente esterno
- è possibile ricostruire una dinamica dei valori basandosi sulla semplice constatazione che con la trasformazione l'utilità dei beni economici che svolgono il ruolo di fattori della produzione viene ceduta ai prodotti che vengono realizzati
- gestione unitaria
- è costituita da quattro macro attività principali:
- 1. finanziamento
- quantità di denaro raccolte per avviare l'attività di impresa
- possono essere di due tipi:
- capitale di rischio (capitale proprio o capitale sociale)
- fonti di finanziamento messe a disposizione dell'impresa da parte degli imprenditori (proprietari) con tempi di rimborso indefiniti e modalità di rimborso e di remunerazione di tipo residuale (se, e nella misura in cui, resta qualcosa)
- capitale di credito
- fonti di finanziamento messe a disposizione da esterni all'impresa (es: banche, venture capital, ecc.)
- il capitale di credito deve essere obbligatoriamente restituito a chi l'ha prestato, per esempio una banca, secondo uno scadenziario ben preciso e aggiungendo, in genere, una quota aggiuntiva di denaro in corrispondenza del tasso di interessi fatto pagare da chi concede il prestito
- capitale di rischio (capitale proprio o capitale sociale)
- 2. impiego
- il denaro ottenuto dal finaziamento viene impiegato dall'impresa come fattore generico della produzione, consentendole l'acquisizione dei fattori specifici della produzione
- 3. trasformazione o produzione
- consiste nella combinazione dei fattori specifici della produzione al fine di realizzare dei prodotti in grado di soddisfare i bisogni umani o in grado di essere utilizzati per ulteriori atti di trasformazione
- 4. vendita
- meccanismo di scambio che consente all'impresa di ottenere una nuova fonte di finanziamento che è costituita dal denaro che essa riceve per la cessione di ciò che ha prodotto
- consente di raggiungere due obiettivi:
- il soddisfacimento dell'acquirente e quindi il raggiungimento dell'obiettivo sociale per il quale è stata costituita l'azienda
- ricostruzione del capitale monetario del quale si era privata attraverso l'impiego
- 1. finanziamento
- movimenti del capitale monetario di un'impresa (flusso
finanziario)
- in entrata
- denaro ceduto all'impresa dai finanziatori all'atto del finanziamento
- denaro ceduto all'impresa dai clienti all'atto della vendita
- in uscita
- denaro ceduto ai fornitori per i fattori specifici della produzione
- denaro ceduto ai fornitori del fattore generico della produzione, ossia i finanziatori
- in entrata
- è costituita da quattro macro attività principali:
- gestione totale
- fattori della produzione o fattori produttivi
- beni economici combinati tra di loro per realizzarne degli altri dotati di utilità maggiore
- si dividono in:
- fattore della produzione generico
- è il denaro
- non è dotato in sé di una utilità diretta
- nell'ambito delle moderne economie è utilizzato per gli scambi dei beni economici
- fornisce una misura del valore di ciò che viene scambiato
- fattori della produzione specifici
- sono i beni materiali ed i servizi, di per sé immediatamente utili
- si possono suddividere in:
- fattori correnti (fattori di esercizio)
- possono essere impiegati in un unico ciclo produttivo e quindi partecipare ad un'unica combinazione produttiva (materie prime, i servizi, le prestazioni lavorative, ecc.)
- fattori strutturali
- possono essere utilizzati in molteplici combinazioni produttive durante un periodo di tempo molto ampio, anche in diversi periodi amministrativi (es: macchinari, gli impianti, gli automezzi, ecc.)
- per questi fattori della produzione, non è facilmente percepibile il trasferimento di utilità al prodotto, in ragione del fatto che essi sono utilizzati in una molteplicità di processi produttivi
- sono soggetti ad importante processo di deperimento, detto obsolescenza: un deperimento rappresentato o dal logorio al quale sono sottoposti per il fatto stesso di essere utilizzati, oppure dal semplice fatto che il trascorrere del tempo li rende antiquati rispetto ad altri
- sono considerati ridotti, nel senso che la quantità complessiva di utilità si è ridotta delle quote parti cedute negli esercizi precedenti: è come se la loro utilità complessiva fosse ceduta in quote uguali corrispondenti al numero degli esercizi nei quali tali fattori sono a disposizione dell'azienda
- fattori correnti (fattori di esercizio)
- tali fattori si possono contestualizzare in base all'uso in
modo da semplificare nella dinamica dei valori di un'impresa la
determinazione del valore delle operazioni di gestione interna
(operazioni di trasformazione):
- fattori anticipati
- fattori acquisiti prima che sia avviato il processo produttivo nel quale essi sono compresi
- sono fattori a disposizione dell'impresa per un certo periodo di tempo e sono utilizzati in maniera graduale nei diversi processi produttivi
- solo una parte di ognuno di essi è utilizzata in ogni singolo processo produttivo, mentre la differenza è a disposizione degli altri processi
- comprendono l'insieme dei fattori strutturali
- possono comprendere anche parte dei fattori di esercizio: si pensi, per esempio, alle materie prime, che di norma sono acquistate in grossi quantitativi in periodi prestabiliti in maniera da garantire la continuità nell'approvvigionamento
- non comportano nessuna libertà nell'acquisto, nel senso che essi debbono entrare a fare parte della combinazione produttiva aziendale quale che sia poi la decisione di realizzare effettivamente la produzione o meno
- comprendono tutto il capitale fisso e parte del capitale circolante
- fattori contestuali (o a spesa contestuale o concomitanti)
- fattori di esercizio acquisiti nel momento stesso in cui viene compiuta l'attività di produzione: si pensi, per esempio, all'energia elettrica in uno stabilimento per la produzione di determinati manufatti, che si consuma, e viene quindi acquisita, nella misura in cui alimenta il processo produttivo
- non hanno mai il carattere di potenzialità, nel senso che l'acquisizione, che attiene all'attività di impiego, coincide con il loro utilizzo, che attiene all'attività di trasformazione
- godono di un certo grado di libertà nell'acquisto, nel senso che alcuni di essi possono essere acquistati solo nella misura in cui l'attività di produzione è effettivamente realizzata
- sono utilizzati integralmente nel processo produttivo per il quale sono stati acquisiti, e non presentano nessun aspetto problematico
- comprendono solo parte del capitale circolante
- fattori anticipati
- fattore della produzione generico
- dimensione monetaria
- materialità del denaro che è ottenuto, posseduto e ceduto da un'azienda
- esprime l'utilizzazione del denaro come unità di misura per descrivere il valore di ciò che è oggetto di atti di scambio e di produzione
- dimensione economica
- atti che sono la causa dei movimenti di denaro
- riguarda l'utilizzazione del denaro come fattore della produzione generico, come strumento per l'ottenimento di fattori della produzione specifici
- ciclo produttivo (produzione o trasformazione)
- operazioni che conducono alla realizzazione del prodotto finito
- passaggio di utilità dai fattori produttivi impiegati a ciò che viene realizzato (questo passaggio è di difficile lettura poiché non si ha il riscontro delle variazioni del valore monetario che si rileva)
- assume il carattere della ciclicità in ragione della ripetizione delle operazioni compiute per la realizzazione del prodotto
- prodotti
- beni economici risultati dalla combinazione dei fattori produttivi
- valore aggiunto (VA)
- differenza tra il valore complessivo delle risorse usate all'interno del ciclo produttivo e il valore del prodotto finito
- capitale circolante di un'impresa
- insieme dei fattori correnti
- capitale fisso di un'impresa
- insieme dei fattori strutturali
- ricchezza
- disponibilità di beni economici, ovvero di capitale monetario
- capitale reale
- beni economici posseduti
- capitale monetario o finanziario
- quantità di denaro disponibile per acquistare i beni economici necessari
- valore monetario proporzionale
- misura la quota di utilità ceduta nel corso del processo produttivo
- costo di acquisizione
- prezzo pagato per l'acquisizione del fattore di produzione
- misura l'utilità di un bene economico
- costo di utilizzazione
- quota parte corrispondente all'utilizzazione nel singolo processo produttivo
- nei fattori contestuali coincide con il costo di acquisizione
- nei fattori anticipati discende dalla quota proporzionale di costo di acquisizione utilizzata nel processo produttivo considerato
- costo sospeso
- costo sospeso = costo di acquisizione - costo di utilizzazione
- quota restante a disposizione dell'azienda per gli altri processi produttivi
- costo della produzione
- somma dei costi di utilizzazione dei diversi fattori della produzione utilizzati, siano essi fattori anticipati o fattori contestuali
- ammortamento
- costo di utilizzazione dei fattori strutturali
- si considera convenzionalmente che la quota di utilità ceduta sia proporzionale al numero di periodi amministrativi in cui quei fattori sono stati utilizzati (es: costo del macchinario / numero periodi amministrativi di utilizzo)
- rimanenza
- quota invenduta di ciò che è stato realizzato
- materie prime non consumate al termine del ciclo produttivo
- il costo di ciò che non è stato venduto va detratto dal costo di tutta la produzione realizzata ed aggiunto ai fattori della produzione anticipati (è come se fossero già pronti per la vendita nel periodo successivo)
- reddito di esercizio (risultato di esercizio)
- differenza tra il valore esterno del prodotto (quantità di denaro ottenuto dalla cessione di ciò che è stato realizzato) ed il valore interno (costi di utilizzazione dei fattori della produzione utilizzati)
- puo essere:
- utile
- se la differenza è positiva
- perdita
- se la differenza è negativa
- utile
- debito di dilazione
- debito che un'impresa assume quando si accorda con il fornitore di un determinato fattore produttivo per poterlo pagare in un momento successivo
- attraverso questo accordo, l'impresa è come se avesse ottenuto ulteriori disponibilità di denaro, in quantità corrispondente al valore monetario del fattore produttivo che ha acquistato
- gestione monetaria
- esprime la consistenza del denaro detenuto da un'azienda, dei crediti e dei debiti, nonché le loro variazioni
- gestione economica
- esprime la consistenza e i movimenti della ricchezza, quindi dei beni economici posseduti, sia nella forma di fattori della produzione specifici che generici, peraltro sempre espressi quantitativamente in termini monetari
- nella gestione economica possiamo distinguere:
- gestione economica reddituale
- costi
- fattori della produzione specifici acquisiti e utilizzati, espressi in termini del loro valore monetario
- ricavi
- prodotti allestiti e venduti, espressi in termini del loro valore monetario
- costi
- gestione economica del capitale finanziario (gestione
finanziaria)
- capitale proprio o di rischio
- provvista e cessione di denaro a titolo di primo sostegno all'impresa da parte dei suoi proprietari
- capitale di credito
- provvista e cessione di denaro a titolo di prestito
- capitale proprio o di rischio
- gestione economica reddituale
- sfasamento temporale
- differenza temporale tra il flusso di capitale monetario per l'acquisto e la disponibilità dei fattori specifici di produzione e il flusso di capitale monetario da vendite (il primo precede sempre il secondo, cosa che obbliga l'impresa a disporre di risorse monetarie non derivanti necessariamente dalle vendite)
- fabbisogno finanziario
- quantità di capitale monetario necessario per coprire lo sfasamento temporale
- è composto dalle risorse monetarie relative alle operazioni in corso di svolgimento e dalle disponibilità in forma liquida, ossia dal denaro detenuto in cassa e in banca
- condizione di non reversibilità dei valori
- con la realizzazione dell'attività di impiego la situazione precedente a determinate operazioni non può più materialmente essere raggiunta a causa di trasformazioni avvenute ovvero all'utilizzo di determinati servizi oppure non è più conseguibile se non a prezzo di sensibili perdite (es: cessione dei macchinari ad un prezzo inferiore a quello di acquisto)
- tavole
- tavola del capitale (stato patrimoniale)
- indica tutti gli elementi attivi e passivi del capitale a disposizione di un'impresa in un certo momento
- è divisa in due colonne principali:
- impieghi (attività)
- liquidità, fattori anticipati, fattori di esercizio anticipati
- fonti (passività)
- capitale di rischio, capitale di credito
- impieghi (attività)
- tavola del reddito (conto economico)
- contiene i costi e i ricavi riconducibili ai processi produttivi svolti all'interno di un determinato periodo di tempo
- è divisa in due colonne principali:
- impieghi (costi)
- costo della produzione
- fonti (ricavi)
- ricavi da vendite
- impieghi (costi)
- tavola del capitale (stato patrimoniale)
- gestione soggettiva
- il processo decisorio comporta una molteplicità di scelte
diversamente caratterizzate, tra le quali esiste in genere un
rapporto gerarchico:
- 1. gestione strategica
- scelte di tempo lungo, di portata ampia sia in termini di risorse impegnate, sia in termini temporali, sia in termini di livello di coinvolgimento dell'intera struttura aziendale
- consiste nelle attività di definizione degli obiettivi generali di un'impresa, di valutazione dell'ambiente esterno, anche in termini competitivi e concorrenziali, di individuazione dei comportamenti e delle successioni di azioni coerenti con gli obiettivi stabiliti e con l'ambiente analizzato e prescelto
- spesso sono trascurate a favore di comportamenti diretti alla soluzione dei problemi contingenti che emergono nella gestione operativa, determinando una condizione di continua emergenza
- 2. gestione direzionale
- scelte relative alle modalità di impiego delle risorse
- riguarda il delicato momento del passaggio dalle decisioni all'esecuzione: le decisioni di fondo assunte a livello strategico vengono tradotte in indicazioni e comandi che sono poi trasmessi a chi materialmente deve svolgere le varie operazioni; vengono valutate le risorse necessarie, acquisite e distribuite tra tutte le componenti aziendali; vengono valutati i risultati conseguiti e la loro corrispondenza ai risultati attesi
- 3. gestione operativa
- decisioni relative alla realizzazione delle diverse attività
- consiste nell'attività di esecuzione delle decisioni assunte a livello strategico e direzionale: questa attività è articolata secondo il principio della specializzazione operativa, in virtù del quale l'attività è suddivisa per funzioni (produzione, marketing, logistica, approvvigionamenti, ecc.), o per aree (aree geografiche o prodotti differenti)
- 1. gestione strategica
- il tentativo costante di conseguire una condizione di equilibrio tra le esigenze poste da questi diversi tipi di gestione è uno dei problemi principali che un'impresa si trova a dovere affrontare
- imprenditorialità e managerialità sono condizioni oggettive, nel senso che corrispondono allo svolgimento di azioni ben precise e determinate.
- imprenditore
- è colui il quale assume le decisioni di natura strategica, ossia si pone nella prospettiva del rapporto tra impresa e ambiente esterno, promuovendo innovazione e cambiamento in funzione della natura dinamica dell'ambiente esterno
- il ruolo imprenditoriale può essere giocato anche da un soggetto che non è proprietario dell'impresa
- manager
- è colui il quale sviluppa le decisioni assunte a livello imprenditoriale, e quindi strategico, traducendole in successione di azioni coerenti
- 1. gestione strategica
- obiettivo generale (mission)
- il processo di definizione dell'obiettivo generale di un'impresa inizia con una valutazione dell'ambiente organizzativo esterno, alla ricerca delle opportunità che in questo sono presenti e dei rischi che in questo sono contenuti, e con un esame delle caratteristiche interne dell'impresa in termini di punti di forza e di debolezza, al fine di definire le caratteristiche distintive rispetto alle imprese concorrenti
- ha una prospettiva temporale di lungo periodo (anni, se non addirittura l'intera vita di un'impresa)
- obiettivi operativi
- individuano un risultato specifico misurabile, in termini, per esempio, di quota di mercato, di fatturato, di utile, ecc.
- strategie
- insieme di comportamenti aziendali finalizzati al perseguimento degli obiettivi generali ed operativi
- alcune scelte sono necessariamente effettuate prima di altre e tutte sono legate da un nesso di causalità
- possono essere classificate in funzione del livello di
generalizzazione che le contraddistingue (Vittorio Coda):
- strategie complessive (corporate strategies, livello aziendale)
- sono le strategie che investono l'impresa nel suo complesso, nella sua generalità, individuando comportamenti aziendali di ampia portata finalizzati al conseguimento di fini e risultati altrettanto ampi, quali possono essere gli obiettivi generali di un'impresa (in quale mercato collocarsi e quale obbiettivo generale raggiungere)
- sono esempi di strategie complessive le strategie di sviluppo e le strategie di risanamento
- classificazione di Raymond Miles e Charles Snow
- identifica le diverse strategie in funzione del rapporto tra le
imprese e l'ambiente esterno:
- 1. strategie di esplorazione
- consiste nel continuo ricorso alla innovazione, all'assunzione di rischi crescenti, alla crescita, ed è tipica di imprese che operano in ambienti caratterizzati da un forte grado di incertezza e di propensione al cambiamento, come può essere quello delle imprese dell'ICT e del high–tech.
- 2. strategie difensive
- rappresenta il contrario esatto della strategia di esplorazione, poiché essa si concretizza nell'adozione di comportamenti destinati a garantire stabilità, a determinare l'abbattimento dei rischi, a migliorare l'efficienza di strutture consolidate
- questo tipo di strategia è comunemente adottata da imprese che operano in mercati stabili, in cui il prodotto non è soggetto a frequenti innovazioni, e in cui esiste un alto grado di fidelizzazione dei clienti
- 3. strategie analitiche
- si posiziona a metà strada tra le strategie esploratrici e le strategie difensive
- le imprese che adottano questo tipo di strategia si qualificano sia per l'adozione di comportamenti difensivi in alcune sezioni della loro attività, che rappresentano il nucleo del sistema, sia per l'adozione di comportamenti innovativi, esplorativi, in aree marginali della loro attività, per ottenere l'estensione del nucleo stesso
- 4. strategie reattive
- è, in realtà, una "non strategia", per il fatto di consistere nell'adozione, di volta in volta, dei comportamenti appropriati alle necessità immediate
- la mancanza di prospettive ampie e di una valutazione delle opportunità e dei rischi spesso ha condotto chi ha adottato tale modus operandi all'anticamera del fallimento
- 1. strategie di esplorazione
- identifica le diverse strategie in funzione del rapporto tra le
imprese e l'ambiente esterno:
- strategie competitive (business strategies, livello ASA)
- hanno una portata meno ampia, non investono l'impresa nel suo complesso, ma sono specifiche delle diverse aree di affari (ASA - Area Strategica di Affari) in cui è articolata l'attività dell'impresa, dei diversi ambiti competitivi nei quali l'impresa ha scelto di essere presente (a livello di strategia complessiva)
- esprime il comportamento dell'impresa nel rapporto con le imprese concorrenti, in vista del conseguimento di un vantaggio nei confronti dei concorrenti (scelte relative alle modalità di competizione nel mercato individuato)
- ASA (Area Strategica di Affari)
- si articola in:
- 1. target di riferimento (clienti ed area geografica)
- 2. caratteristiche del prodotto
- 3. tecniche produttive
- si articola in:
- strategie funzionali (livello funzionale)
- hanno un grado di astrazione ancora più limitato, visto che comprendono le modalità di attuazione delle diverse funzioni aziendali per il conseguimento dei diversi obiettivi operativi
- strategie complessive (corporate strategies, livello aziendale)
- strategie di sviluppo (strategie complessive)
- il termine sviluppo deve essere interpretato sia in termini quantitativi (crescita quantitativa delle variabili che qualificano un'impresa, per esempio dipendenti, fatturato, numero di stabilimenti, ecc.) che qualitativi (miglioramento della struttura industriale, migliore efficienza nell'utilizzo dei fattori della produzione)
- per un'impresa di piccole dimensioni, guidata efficientemente ed efficacemente da un imprenditore, l'adozione di una strategia di sviluppo non necessariamente comporta una crescita dimensionale, perché questa potrebbe tradursi in una minore possibilità di controllo da parte dell'imprenditore e in una scomparsa della condizione che ha rappresentato il punto di forza dell'impresa
- ad una crescita dimensionale corrisponde in genere un risultato significativo in termini di ampliamento di entrambi i termini della differenza ricavi/costi
- una strategia di sviluppo condotta male può portare un'azienda alla crisi
- si articolano in:
- strategie monosettoriali
- mirano allo sviluppo di un'impresa in un unico settore
- sono adatte a mercati in forte espansione, ossia in mercati nei
quali la domanda non è ancora stata completamente soddisfatta e c'è
ancora spazio per una crescita (la realtà di questi mercati non è
frequente)
- strategia di integrazione verticale
- consiste nella scelta di effettuare all'interno di una stessa impresa, di uno stesso sistema aziendale, le diverse lavorazioni in cui si articola il ciclo produttivo di un determinato prodotto
- l'integrazione verticale permette un'estensione sul controllo dei costi di produzione ed un incremento del valore aggiunto (incremento di valore determinato dalle lavorazioni effettuate)
- le diverse fasi di un ciclo produttivo possono essere svolte ognuna da un'impresa specializzata che cede il suo prodotto semilavorato ad un'altra, che effettua la sua lavorazione e cede a sua volta il semilavorato, fino al prodotto finito, oppure essere svolte tutte dalla stessa impresa, dall'acquisizione delle materie prime al prodotto finito
- il grado di integrazione di un'impresa è tanto più elevato, quanto è più alto il numero delle fasi di lavorazione che sono svolte al suo interno
- l'obiettivo finale è quello di incrementare il profitto, o riducendo i costi, o incrementando i ricavi
- è vantaggiosa quando il costo di produzione è minore del costo di transazione
- risulta particolarmente adatta a quei mercati in cui la domanda non è ancora completamente soddisfatta dalle imprese presenti
- si può suddividere in
- ascendente
- l'impresa estende il campo della sua attività alla fase di lavorazione immediatamente precedente a quella nella quale è impegnata e specializzata
- permette di incrementare il valore aggiunto
- discendente
- l'impresa estende il suo campo di attività alle fasi immediatamente successive a quelle nella quale l'impresa già opera ed è specializzata
- permette di controllare più da vicino il mercato di sbocco finale del prodotto finito
- ascendente
- strategia di integrazione orizzontale
- consiste nella scelta di estendere l'attività dell'impresa e conseguire un rafforzamento della posizione occupata dalla stessa nel mercato in cui opera
- lo sviluppo dimensionale è perseguito all'interno dello stesso mercato e dello stesso settore, ossia con riferimento allo stesso prodotto, o a prodotti quantomeno appartenenti alla stessa famiglia, ossia prodotti che presentano un carattere di comunanza sia sotto il profilo produttivo (stesse materie prime, stesso tipo di processo produttivo, stesso tipo di professionalità necessarie, ecc.)
- il vantaggio principale è rappresentato dalle economie di costo che si possono realizzare, a seguito del raggiungimento di dimensioni aziendali che permettono un'economia di scala
- si può perseguire in diversi modi:
- ampliando il volume di quantità prodotta con un miglioramento delle tecniche di produzione
- allestendo nuovi reparti e stabilimenti (e quindi intervenendo sulla struttura organizzativa interna)
- acquistando un'impresa operante nello stesso settore e quindi concorrente (in questo caso si ottiene automaticamente il risultato di rafforzamento della posizione nel mercato, poiché, con l'acquisto dell'impresa, si acquista anche la corrispondente quota di mercato che si somma alla propria)
- ad esempio
- Tiscali ha realizzato, nel mercato europeo dei servizi Internet, una strategia di sviluppo tramite integrazione orizzontale, destinata a garantire il rafforzamento della sua posizione nello scenario europeo con l'acquisizione di una serie di imprese concorrenti e il conseguente acquisto delle corrispondenti quote di mercato e numero di abbonati ai servizi
- strategia di integrazione verticale
- strategie plurisettoriali
- sono dirette a consentire all'impresa di approdare in altri mercati
- si dividono in:
- diversificazione
- consistente nell'ampliamento della gamma di prodotti realizzati da una stessa impresa
- consente la riduzione del rischio complessivo dell'impresa a seguito della diversificazione del rischio specifico connesso ad ogni tipo di produzione, oltre alla necessità spesso imposta dal fatto di operare in mercati “saturi” nei quali non è possibile ottenere risultati economici significativi e di dovere trovare mercati nei quali è possibile conseguire un'espansione
- può essere considerata come la naturale evoluzione verso lo sviluppo dimensionale dell'impresa (un'impresa nasce monoproduttiva, cresce, potenzia la sua presenza in quel mercato e arriva a saturare il mercato, attraverso la diversificazione può continuare a crescere)
- può assumere i seguenti caratteri:
- lateralità (diversificazione laterale)
- nel caso in cui il nuovo prodotto presenti un carattere di omogeneità e di comunanza sotto il profilo produttivo, tecnico o commerciale
- può essere realizzata tramite l'espansione interna dell'organizzazione, con l'attivazione di nuove linee produttive corrispondenti ai nuovi prodotti
- sfrutta le competenze e il know-how maturato dall'impresa che diversifica sugli aspetti comuni che legano i prodotti nuovi a quelli tradizionali
- conglomeralità (diversificazione conglomerale)
- nel caso in cui il nuovo prodotto non abbia alcun elemento di comunanza e di omogeneità con gli altri tradizionalmente realizzati dall'impresa
- è realizzata, in genere, tramite acquisizione di imprese operanti nei settori nei quali si è deciso di entrare per non scontare il deficit di esperienza e di competenza che esiste nei confronti delle imprese che già operano in questi settori
- lateralità (diversificazione laterale)
- internazionalizzazione
- consiste in una strategia diretta a garantire l'espansione, in termini geografici dei mercati, dei prodotti realizzati da una determinata impresa
- la presenza in nuovi mercati nazionali corrisponde alla necessità di trovare nuovi sbocchi alla produzione necessari per perseguire lo sviluppo dimensionale dell'impresa
- può essere considerata una strategia di sviluppo alternativa alla diversificazione, in funzione delle sostanziali differenze che esistono tra queste due strategie
- comporta un incremento della specializzazione, quantomeno sotto il profilo tecnico - amministrativo
- si articola in una serie di fasi successive, con un rischio
crescente e un grado di complessità crescente:
- 1. esportazione di prodotti fabbricati esclusivamente in patria
- 2. stipula di accordi di licenza con produttori stranieri per la cessione di brevetti, know–how, ecc.
- 3. attuazione di investimenti diretti per la creazione all'estero di proprie strutture distributive
- 4. avviamento in altri paesi di impianti di montaggio e di stabilimenti di produzione a ciclo completo
- 5. organizzazione, al di fuori dei confini nazionali, di strutture aziendali autosufficienti
- 6. gestione integrata delle attività sviluppate sia a livello nazionale che internazionale, e non semplicemente in un'organizzazione con stabilimenti e impianti anche all'estero (multinazionale).
- diversificazione
- strategie di risanamento (strategia complessiva)
- consistono nei comportamenti adottati dalle imprese che puntano alla conservazione delle dimensioni già raggiunte o ad una riduzione delle stesse in ragione dell'evoluzione dell'ambiente esterno, di eventuali modificazioni nella struttura dei punti di forza aziendali, della situazione concorrenziale con le altre imprese
- le strategie di risanamento più conosciute sono:
- strategia di ristrutturazione
- consiste in scelte dirette a migliorare il rapporto ricavi/costi pur rimanendo sempre all'interno del medesimo settore produttivo e del medesimo mercato
- strategia di ridimensionamento
- consiste nell'effettuare una riduzione della dimensione aziendale attraverso una selezione delle unità organizzative (uno stabilimento, una filiale o simili) che consente un miglioramento del rapporto ricavi/costi
- strategia di riconversione
- consiste nel sostituire progressivamente la linea produttiva tradizionale di un'impresa con una nuova, mediante un processo di sviluppo che rimane interno all'organizzazione
- tipici esempi sono le riconversioni delle imprese produttrici di armamenti alla conclusione di una guerra, e quelle delle imprese a seguito di crisi
- strategia di rinuncia all'autonomia
- l'impresa cede il controllo della propria attività ad un'altra impresa, ovvero, a seguito di disposizioni dell'autorità giudiziaria (amministrazione controllata o simili), ad altri soggetti
- strategia di ristrutturazione
- strategie monosettoriali
- obiettivo generale (mission)
- il processo decisorio comporta una molteplicità di scelte
diversamente caratterizzate, tra le quali esiste in genere un
rapporto gerarchico: